Finalmente l’estate è arrivata anche quest’anno, portando con sé i suoi colori, gusti e suoni.
È un momento dell’anno in cui è difficile non provare un senso di leggerezza, gli abiti diventano sempre più leggeri e la musica risuona ovunque con i suoi tormentoni estivi, capaci di far muovere qualche passo di danza anche al più impacciato. All’improvviso, si avverte un forte desiderio di uscire, magari anche solo per condividere le lunghe e interminabili code stradali, arrampicarsi su un sentiero o semplicemente respirare e godere della frescura del sottobosco. Si organizzano cene in terrazzo e piacevoli uscite serali con amici e famiglia.
Ma cosa rende questa stagione così magica da scatenare un turbine di sentimenti?
Sarà il calore del sole, che abbraccia il nostro corpo e illumina le giornate?
Saranno le serate estive ricche di stelle, che sembrano pronte a cogliere ogni desiderio che esprimiamo?
L’avvicinarsi delle tanto attese vacanze estive ci permette finalmente di rilassarci, di allontanare tutti gli impegni e di dedicarci al piacere del fare nulla, di sperimentare la noia.
La noia, spesso considerata una parola sottovalutata, è in realtà un sentimento importante che merita attenzione.
Mi chiedo quando sia stata l’ultima volta che ho provato quel senso di noia. Forse risale ai tempi della mia infanzia, quando passavo lunghe giornate ad aspettare, a mangiare e a giocare. La noia poteva trasformare una semplice goccia d’acqua in una sfida di gavettoni, o stimolare la costruzione improvvisata di casette sugli alberi. Era la noia che dava il tempo di organizzare guerre con i semi del cocomero e di giocare lunghe e imbarazzanti partite di carte con i parenti. A casa mia c’erano sempre molti adulti, o almeno così mi sembrava da bambino, e ognuno aveva una miriade di storie da raccontare.
Ancora oggi mi chiedo se fossero vere o frutto della loro fervida immaginazione.