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Welcome to Zass

La copertina, morbida e leggera, diventerà un’inseparabile coccola nella crescita del tuo bambino. Colorata e personale, lo accompagnerà dalle passeggiate al parco alla nanna nella cameretta.

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Febbraio

Un foglio bianco, davanti a me, mi osserva e mi sfida,
lo guardo e l’ignoro.
Una matita al suo fianco, con la punta ancora da temperare.
Oggi non è giornata.
Ho bisogno di un caffè!

Esco, è freddo, l’alito si condensa e leggero sale.
Il mio sguardo lo segue fino a che non si confonde con le esili nubi che striano l’azzurro del cielo
L’argine è deserto.
Il mio passo veloce, evitando le pozzanghere, testimoni del temporale della sera precedente, mi porta verso il mio bar abituale.

Entro, il profumo, che mi ha accompagnato nel mio camminare, ora mi avvolge come una calda coperta.
Rassicurante.
Non sono golosa, preferisco di molto il salato, ma la vista delle frittelle esposte in vetrina e la loro fragranza, mi fanno voglia e mi riportano indietro nel tempo.

Le mani bianche di farina, l’uvetta, la crema e lo sfrigolare di gialle, morbide palline nell’olio.
Occhi incantati osservano questa golosa magia.
Gli avvertimenti di mia madre, sempre “dolcemente burbera”, a stare distante dai fornelli e di non mangiare le frittelle, fino a che non fossero tutte pronte
Poi, di sottecchi, osservare divertita le nostre bocche sporche di zucchero.

Gennaio ha portato via le feste natalizie, gli addobbi, le calze, i panettoni ed i pandori.
Febbraio ne prende il posto portando con sè il carnevale
Le finestre si aprono a far entrare i primi tiepidi raggi di sole di un inverno ancora distante dal salutarci .
E’ iniziato il periodo più “ridanciano” dell’anno, periodo in cui è possibile fare gli scherzi ed è vietato offendersi per questi.

E’ il periodo dei costumi e dei travestimenti
Io ed i miei fratelli non abbiamo mai amato troppo portare i costumi da fatina, da zorro o superman.
Il nostro divertimento assoluto era quello di andare alla ricerca dei vestiti dei nostri genitori indossarli e poi atteggiarsi ad adulti.

Approfittando di qualche rara assenza di entrambi i genitori, in questo periodo facevamo “incursione” nella loro camera.
Cassetti aperti mostravano i morbidi indumenti di nostra madre, le ante dell’armadio spalancate, rivelavano i seri vestiti di nostro padre.
Collane bracciali ed anelli erano le prime cose che mia sorella ed io indossavamo, e poi colorati vestiti, lunghe gonne ed ampie camicette, ancora troppo ampie per i nostri acerbi corpi. E poi smalto e rossetto ed infine le meravigliose scarpe dai tacchi sempre troppo alti per le nostre esili caviglie ma così irresistibili da non essere calzate.
I nostri fratelli invece con cravatte dai nodi impossibili, cappelli sempre troppo larghi, pantaloni sempre troppo lunghi e scarpe sempre troppo grandi per essere disinvolti.
Ma a noi non interessava tutto questo, eravamo liberi da ogni giudizio, era puro divertimento.

Ai nostri occhi, eravamo irresistibilmente affascinanti.

E poi giù a ridere a crepapelle con le lacrime agli occhi e quindi di corsa a rimettere tutto in ordine, prima del rientro di mamma e papà.

Il caffè era buono, la frittella deliziosa, il tuffo nel passato rigenerante.
Una sosta in negozio per uova ed uvetta e poi a casa.

Guardo le mie mani, sporche di farina, le finestre sono già aperte, i cassetti sono i miei e le scarpe ora mi stanno bene.

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