fbpx
Slide toggle

Welcome to Zass

La copertina, morbida e leggera, diventerà un’inseparabile coccola nella crescita del tuo bambino. Colorata e personale, lo accompagnerà dalle passeggiate al parco alla nanna nella cameretta.

Have a Question?

Monday - Friday: 09:00 - 18:30 409 Mladost District, Sofia Bulgaria +359 2 123 456 +359 2 654 321 shop@zass.con

Essere Grandi

Quando inizia l’età adulta?

E quando ci si rende conto di essere diventati grandi e maturi?

Una singola parola potrebbe riassumere questo concetto, un periodo di vita che segna l’inizio di uno stadio e la fine di un altro. È così che nei miei ricordi si palesò l’ingresso nell’età adulta per mio fratello.

La scuola sarebbe iniziata il giorno seguente, e tutto ciò che prima era considerato “giochi da bambini” avrebbe perso significato, trasformandosi in qualcosa di più grande.
Ma cosa rappresentasse esattamente questa transizione per noi fratelli, rimaneva un mistero. Forse significava che lui non avrebbe più giocato con noi, che l’innocenza del passato avrebbe ceduto il posto a nuove responsabilità.

La serietà della situazione fu evidente anche per mio fratello, che affrontò con consapevolezza la gravità di quel cambiamento. Rifiutò di salire per cena, deciso a giocare fino allo sfinimento.

La sua cartella era pronta, il suo nome scritto sul grembiule: non c’era via d’uscita, stava per diventare adulto.
Tra noi fratelli regnava una confusione curiosa, alimentata da domande su come lui si sarebbe svegliato il giorno seguente. Non ho un ricordo preciso di quel momento esatto, ma ricordo vivamente che l’essere cresciuto non sembrò influenzare significativamente le nostre lunghe giornate di gioco.

Insomma, nulla sembrò cambiare davvero, se non la sua temporanea assenza durante alcune ore della giornata.

La curiosità aumentò quando mio fratello tirò fuori libri e quaderni dalla sua cartella, sistemandoli sul tavolo con orgoglio. Matite, colori e accessori sembravano trasmettere un senso di bellezza e possibilità. Questo gesto significava che diventare adulto non fosse poi così male.

Tuttavia, la sensazione di solitudine e abbandono crebbe quando, dopo qualche anno, anche i miei altri fratelli raggiunsero quell’età. Mi ritrovai l’unica bambina rimasta, una sorta di outsider. Desideravo anch’io diventare grande, desideravo disegnare, leggere e scrivere.

Non sembrava poi così male, specialmente nelle serate invernali quando il buio arrivava presto e ci si trascorreva più tempo al caldo in casa. La cucina diventava un rifugio accogliente, con i libri di scuola colorati e attraenti sparsi sul tavolo. Mia madre si chinava su quei libri, aiutando i miei fratelli con qualche problema, correggendo qualche errore.

Infine, arrivò anche per me il momento di diventare grande.

Ricordo ancora il profumo dei quaderni, delle matite e delle gomme da annusare. La mia cartella era pronta, il grembiule appeso alla gruccia, troppo lungo e largo, ma doveva durare per anni.

Ero preparata, avevo imparato da vicino osservando i miei fratelli. L’emozione del primo giorno di scuola, la sensazione di una nuova classe, un banco immacolato, i capelli pettinati con cura: tutto concorreva a confermare che ero diventata grande.

Sapevo che sarei stata coinvolta nelle lunghe serate trascorse al tavolo della cucina, affrontando quaderni e tabelline, ma questa volta non era un gioco, era la realtà della crescita.

show