Le ricorrenze.
A volte si amano, a volte un po’ meno.
Fermiamoci un attimo però e sospendiamo il nostro giudizio!

Ciò che conta davvero è quello che hanno da dirci.
Ciò che conta è quello di cui vogliono farci far memoria.
E il 19 Marzo, se siete genitori, è una ricorrenza che ci vuole parlare e, perchè no, risvegliare!
Impossibile riassumere in poche righe l’evoluzione sociale, culturale e storica della figura paterna negli ultimi secoli.
Impossibile rintracciare tutti i significati e i ruoli che hanno assunto i padri nelle diverse epoche.
Impossibile anche fare una sintesi di tutti gli approcci che hanno cercato di inquadrare i loro compiti e ruoli in società tanto differenti tra loro.
Vogliamo allora parlare di ciò che è possibile? Certo che sì!
Iniziamo dal costruire nel nostro pensiero delle solide fondamenta: abbiamo bisogno di un padre!
Un padre è il primo amico e compagno di viaggio della propria compagna, a volte dolce, altre volte un po’ “ruvido”, a suo modo presente e necessario.
Un padre è il co-creatore della vita e della famiglia allargata; il privilegiato spettatore in prima fila del miracolo della nascita.
Un padre è il custode della famiglia; contribuisce al suo sostentamento, la protegge e la supporta.
Un padre è anche il primo indispensabile educatore: è quel disegnatore di spazi e confini che danno sicurezza e contenimento ma anche libertà di movimento e di scelta al suo interno.
Possibile che un padre riesca ad essere tutto questo? Certo che sì!
Sicuramente con il suo stile, con le sue capacità, con i suoi tempi e, soprattutto, con la sua disponibilità ad imparare e a crescere con i propri figli.
La verità tanto banale quanto disarmante è che non ci sono definizioni universali.
Non esistono ruoli predefiniti nè modelli di comportamento che mettano tutti d’accordo.
E la scuola per i papà non è stata ancora inventata!
Cosa festeggiamo allora in questa ricorrenza?
Oggi ci serve per diventare consapevoli di tutto l’impegno e l’energia che i papà ci stanno mettendo per esserci ed essere riconosciuti e supportati.
Loro che non hanno 9 mesi per prepararsi gradualmente all’arrivo del più grande cambiamento della loro storia. Serviranno loro almeno altri 9 mesi fuori dalla pancia per capirsi un po’!
Loro che hanno bisogno di indicazioni pratiche, di sentirsi utili, di poter contribuire a “costruire”qualcosa. O a romperlo per poi aggiustarlo.
Loro che ci sono, con tutte le imperfezioni e il loro essere un po’ grezzi ma puri di cuore.
Eccolo il fondamento pedagogico del padre: esserci.
E per esserci devi ascoltarti, pensare, metterti in gioco e anche in discussione.
Se in compagnia di altri padri, meglio!
E chi un padre non ce l’ha? O ce l’ha ma non c’è mai stato?
Impossibile.
Tutti noi, nella nostra vita, abbiamo incontrato una figura che risponde ad una o più quelle caratteristiche che abbiamo citato sopra.
Se in carne e ossa non lo abbiamo definito “papà”, nel cuore e nei gesti possiamo ritrovare chi per noi è stato padre, anche più del padre biologico stesso.
E allora auguri a tutte quelle persone che hanno accudito, protetto, contenuto, supportato le loro famiglie e si sono dedicati all’educazione, all’accompagnamento, al sostegno fisico ed emotivo dei propri figli, come germogli della stessa pianta.
Buona festa cari papà, noi tifiamo per voi!