Spesso il lupo è paragonato ad una figura di paura, nelle fiabe, soprattutto è il cattivo che distrugge la casa dei poveri porcellini e che se li vorrebbe mangiare, oppure in cappuccetto rosso che ingordo e cattivo si divora la nonna.
Gli animalisti e non solo si muovono in difesa di questo animale, anche in via di estinzione, per tanto tempo bullizzato.
Sicuramente hanno ragione, non esistono animali cattivi, così come squali e orsi, essi si comportano in natura per una loro esigenza di sopravvivenza, avvicinarsi a questi animali è pur sempre pericoloso, ma non per questo sono divoratrici di nonne e bambini.
La paura è un’emozione molto importante, i bambini per primi ne vengono a contatto sin dai primi mesi di vita, nella stanza al buio, lontani dai genitori, lasciati al nido per la prima volta.

Il lupo in questo caso è solo una metafora, ma quello che la fiaba vuole insegnare è che esistono le paure e vanno affrontate.
Tutti noi genitori vorremmo che i nostri figli non dovessero mai trovarsi di fronte alla paura, ma purtroppo non possiamo sostituirci a loro e dovranno affrontare queste emozioni superandole e quindi crescere.
Ecco che il bambino si identifica in cappuccetto rosso nella sua emozione di paura e sopratutto nel superamento di essa.
I bambini vogliono ascoltare storie di paura, sperimentando e superando con le storie altrui, senza esserne coinvolti personalmente.
Nei primi anni di vita il bambino inizia a conoscere l’ambiente circostante, dove il mondo appare caldo, amorevole e sicuro giustamente protetto dalle nostre attenzioni, ma con la crescita e lo sviluppo il bambino entra a contatto con ambienti esterni, sperimentando e arricchendo il proprio bagaglio emozionale, ecco che comincia ad interagire e confrontarsi con esperienze reali e non più sotto la nostra ala protettrice, rendendoli man mano più forti e solidi.
Quindi rispondendo alla domanda di prima, Il lupo delle fiabe è cattivo?
Certo è importante che lo sia, solo in questa maniera il bambino riconosce la paura, la comprende e la supera.